La Via Scale di Ragusa Ibla
Archi, Cancelleria, Dogana, Santa Maria delle Scale, Via Maestra
0 – Archi
Il nostro viaggio inizia da Piazza della Repubblica, un tempo chiamata Piazza dei Comizi perché centro nevralgico della vita politica della città. Fermatevi qui. Chiudete gli occhi e con un salto in un passato ormai lontano immaginate questo luogo sormontato da tanti “Archi” a sorreggere l’antico acquedotto che fu distrutto dal sisma del 1693. Indenne rimase, invece, la Chiesa delle Santissime Anime del Purgatorio, costruita nel 1658, che con la ripida scalinata e la scenografica facciata a tre portali domina la piazza slanciandosi verso il cielo.
71 – Cancelleria
Iniziando a salire le “Scale” che un tempo erano l’unico collegamento tra Ragusa Superiore e Ragusa Ibla, all’improvviso si apre una piazzetta. Siamo al gradino 71 dove sorge la Vecchia Cancelleria. Il palazzo barocco, ultimato nel 1760, ha conosciuto come l’intera area periodi di splendore seguiti da anni di lenta decadenza. Qui prima del Regio decreto del 1865, che dividerà la città di Ragusa in due Municipi distinti e separati fino al 1926, si trovava il Comune e tutti gli uffici più importanti. Nei dintorni avevano sede notai, legali, scrivani, botteghe, farmacie e persino l’ospedale. Questo quartiere ha avuto uno sviluppo “a fisarmonica” come se ne fosse stato il mantice: era il centro della città destinato a diventare periferia di entrambe le due Raguse man mano che si allargavano le maglie dell’espansione dei due centri abitati.
140 – Dogana
“L’Italia è una, Ragusa è due”. E se la città si scinde in due entità autonome bisogna segnarne il confine. Qui, al gradino 140, era presumibilmente posta la cinta daziaria di separazione che sorgeva a monte della Cancelleria. La divisione delle due Raguse, sancita dopo l’Unità d’Italia, ha origini ben più lontane che si erano nutrite delle lotte campanilistiche tra i “Sangiorgiari”, che dopo il terremoto del 1693 per ragioni ideologiche volevano riedificare la città così com’era, e i “Sangiovannari”, che per ragioni economiche preferivano ricostruire i nuovi edifici in contrada Patro facendo nascere il nucleo di Ragusa Superiore. Dal 17 aprile 1695 al 27 marzo del 1703 Ragusa Nuova e Ragusa Vecchia furono due Comuni a sé stanti. Dopo la riunificazione tuttavia i vecchi rancori non si sopirono e ognuna delle due fazioni iniziò a compiere un ulteriore abbellimento delle due chiese di San Giorgio e San Giovanni, generando, seppur dal livore, i due capolavori dell’arte ragusana che oggi conosciamo.
199 – Santa Maria delle Scale
Al gradino 199 avrete accesso alla Chiesa di Santa Maria delle Scale che sorge in uno dei punti più panoramici e interessanti del colle che guarda verso Ibla. Iniziata nel periodo normanno, riedificata in forme gotiche nel XIV secolo sotto il dominio dei Chiaramonte e ricostruita dopo il sisma del 1693 nell’attuale forma barocca, è uno dei luoghi di culto più antichi di Ragusa in cui confluisce una commistione di stili architettonici che la rendono unica nel suo genere e le conferiscono l’aura di un fascino senza tempo.
290 – Via Maestra
Siamo alla fine del nostro percorso. Dall’ultimo gradino inizia Via XXIV Maggio, un tempo chiamata “Via Maestra” o “Strada Maestra” perché era l’arteria principale della città e conduceva alla Cattedrale di San Giovanni che si erge maestosa sulla spianata “Patro”, dove fu costruita, dopo il terremoto del 1693, con il suo grande sagrato pensile, la lunga balaustrata e il giardino attiguo. Per arrivare qui, risalendo il Corso Italia, vi imbatterete nelle storiche costruzioni signorili barocche tra cui Palazzo Bertini con i suoi “tre potenti”, i tre mascheroni che si trovano nell’arco di volta delle finestre. Essi rappresentano non solo l’elevata bravura raggiunta dagli scalpellini locali ma anche tre personaggi, il povero, il nobile e il mercante, che simboleggiano due diverse forme di potenza: quella di chi non avendo nulla non può essere privato di niente e quella di chi, invece, ha tutto e tutto può grazie al suo denaro o ai suoi privilegi.