Arrivandoci dalla strada “vecchia” di Modica (tutta curve, come il destino), se ne incontrano tanti, di turisti. L’auto messa di lato, la macchina fotografica (o lo smartphone) in mano e l’obiettivo puntato… sulla meraviglia.
E la meraviglia è Ibla. Il borgo antico e orientale della città di Ragusa, tutto raccolto su una collina, che di giorno splende di mille sfumature, al tramonto si imbelletta con filo “di trucco rosa” e la sera si trasforma in un presepe, con luci calde che ne riempiono gli angoli silenziosi.
Ma Ibla è più vera di una “semplice” cartolina. Ibla è da toccare – e non solo da fotografare –percorrere e camminare, annusare e sentire. E contemplare. Ibla è un incanto vivo, dove la meraviglia ti sorprende a ogni passo.

ITINERARI DI BELLEZZA - TREKKING URBANO

E allora, via. Seguiteci: zaino in spalla, scarpe comode e una borraccia. Un vantaggio, lo abbiamo: il nostro concept hotel è nel cuore del borgo e dalle sue stanze, dalla sua terrazza, è comodo pregustare, abbracciare, toccare con lo sguardo tutta questa bellezza, prima di farne esperienza. La bellezza di cui parliamo è in stile tardo barocco, quindi non ridondante, e la si incontra facilmente nelle stradine e nelle piazzette, nei mascheroni sotto i balconi e nelle facciate delle chiese. È una bellezza riconosciuta Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, dal 2002. Ed è un orgoglio farvi sapere che la nostra Ibla, generosa e timida, può regalare ben 14 dei ben dei 18 monumenti della città di Ragusa iscritti nella World Heritage List. Tutti da ammirare? Naturalmente. E se vi va di farlo, il consiglio è seguire i passi e i racconti – curiosi, precisi, coinvolgenti – delle nostre guide che come noi amano Ibla e i suoi tesori così tanto, da non riuscire a tenerseli solo per sé.

Da qui potrete pregustare, abbracciare, toccare con lo sguardo tutta questa bellezza, prima di farne esperienza…

Poi, certo, se volete una dritta, imperdibili sono: la Chiesa di Santa Maria dell’Itria: quella che, col campanile blu e le maioliche raffiguranti vasi di fiori, si fa notare dai punti panoramici e, con un bisbiglio discreto, suggerisce anche l’afrore orientale che questa terra custodisce; poi la Chiesa delle Anime Sante del Purgatorio, in piazza della Repubblica (che per noi di Ibla resterà sempre “l’Archi”, perché un tempo era attraversata dalle arcate di un acquedotto). Fate attenzione, davanti alla sua facciata e non lasciatevi ingannare dai due portoni laterali, murati: servono a mostrare ai “Purganti” che la via della salvezza è solo una.

Per noi – e permetteteci l’ardire – tale via passa per la bellezza. Così, scampati alla Chiesa dei Purganti, dirigendosi a destra, lungo via del Mercato, a noi piace farci rapire dalle sculture e dai massicci mensoloni che sorreggono i quattro balconi del settecentesco Palazzo Sortino Trono. E poi affrontare la Salita dell’Orologio che, tra balconcini, portoni, vicoletti, conduce verso Piazza Duomo. Qui, attorniata da facciate nobiliari che le fanno da ancelle, si erge la Chiesa Madre di Ibla, il Duomo di San Giorgio, opera di Rosario Gagliardi, architetto siracusano del ‘700 a cui il Val di Noto deve fama, unicità e stile. Il tempio che protegge gli abitanti di Ibla, con la sua forma slanciata, è considerato tra più rappresentativi del barocco siciliano. Sarà anche per questo che è protetto da una cancellata in ferro battuto di fine ottocento e una scalinata con più di 50 gradini.

GLI APPUNTAMENTI DA NON PERDERE

Ma la verità è che Ibla, secondo noi, la si conosce meglio perdendocisi. Da soli o in gruppo, in coppia o con la famiglia, l’importante è lasciarsi sospingere dalla curiosità e dallo stupore, lungo scalinate e scalette, piazze e viuzze.

Ma la verità è che Ibla, secondo noi, la si conosce meglio perdendocisi.

Che sono poi quelle che fanno da teatro naturale per importanti festival fotografici, culturali, di strada, letterari, culinari. Per esempio, prima che il sole estivo costringa tutti a cercare sollievo nelle spiagge della Marina, a Ibla (e Ragusa superiore) dal 2010 va in scena A Tutto Volume (www.atuttovolume.org), uno dei più importanti (e suggestivi) festival letterari d’Italia, capace di radunare, per un intero week end di metà giugno, scrittori di respiro nazionale, lasciandogli il privilegio di pareggiare le bellezze architettoniche con quella delle loro parole e delle loro emozioni. È nel mese tiepido di ottobre che le vie di Ibla si trasformano nello scenario en plein air di Ibla Buskers (www.iblabuskers.it) uno dei rendez-vous di artisti di strada più partecipati in Italia, che da 25 anni affascina  migliaia di adulti e bambini, pieni di stupore per le performance di giocolieri, funamboli, trapezisti, maghi, mangiafuoco. Ma degni di una visita sono anche Festi Wall (www.festiwall.it), che a settembre trasforma Ragusa in una galleria d’arte a cielo aperto, sposando le meraviglie barocche ai graffiti e alla streat art di autori provenienti da tutto il mondo); il Cerasuolo Ibla Party: due serate di degustazioni, wine tasting, musica dal vivo dove le migliori cantine e i più importanti chef locali fanno a gara con le bellezze di Ibla per il primato dell’eccellenza); le Scale del Gusto (www.scaledelgusto.it) che, a ottobre, riempiono gli antichi gradoni tra Ibla a Ragusa Superiore di ulivi, carrubi e agrumi e ospitano un vero e proprio saliscendi tra le tipicità e i sapori del territorio.

L’ESPERIENZA ENOGASTRONOMICA

Gustando il meglio che questo lembo di terra generoso offre in grande varietà di sapori. E di bellezza.

Al solo pensare alle tipicità e ai sapori del territorio, ci è venuta fame. Se anche voi avete appetito, dopo tanto girovagare, lasciateci solo dire che, soggiornando a Ibla, siete nel cuore della food valley di chef stellati, visto che Ragusa vanta ben tre ristoranti premiati Michlelin (Il Duomo, di Ciccio Sultano, a due passi dalla chiesa madre di Ibla; la Locanda Don Serafino con lo chef Vincenzo Candiano e La Fenice con lo chef Claudio Ruta).

Attorno a loro, una nutrita (termina quanto mai calzante) di cuochi, più o meno giovani, che supportati dalle sempre più rinomate cantine del sud est siciliano e dalle aziende olivicole che producono un EVO dop, sono in grado – a colazione, a pranzo e a cena – di garantirvi un’esperienza enogastronomica unica e di alto livello. Mettendovi in tavola, o tra in un cuoppo da tenere tra le mani, piatti figli della centenaria tradizione culinaria iblea (scacce, pastieri, arancini, fritture di pesce o verdure, rustici, pane cunzato, cannoli, ‘mpanatigghie, biscotti al burro e paste di mandorla, crispelle di riso, cremolate, geli, biancomangiare) e prodotti di alta qualità (come il Ragusano DOP, formaggio a pasta filata a forma di parallelepipedo che dà il meglio dopo lenta stagionatura). Lavorando il meglio che questo lembo di terra generoso offre in grande varietà di sapori. E di bellezza.